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Collegio-Romano-2

 

002

 

 

Padre Bernardo Paoloni

 

 

Arch-1933-48 fisica sapienza

 

 

marconi

 

 

21 novembre 1937, inaugurazione

 

NASCITA

La nascita dell'Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa é legata al primo grande terremoto verificatosi a Casamicciola (isola di Ischia, 28 luglio 1883) subito dopo l'Unitá d'Italia. Prima dell'Unitá d'Italia l'organizzazione dei soccorsi era differenziata a secondo dello Stato. Con l'Italia Unita entró in vigore lo Statuto Albertino applicato dal 1848 nel Regno di Sardegna. Sardegna e Piemonte, per la loro natura geologica, sono regioni a bassa sismicitá e di conseguenza anche le norme relative alle prescrizioni edilizie antisismiche vennero abolite. Secondo tale Statuto dare aiuto e soccorrere le popolazioni sinistrate non era compito prioritario dello Stato.

La ricca e nobile popolazione fortemente colpita dal terremoto, costrinse il Parlamento ad istituire una "Reale Commissione Geodinamica" presieduta dal senatore Pietro Blaserna, Professore di Fisica all’Universitá di Roma.
La proposta di organizzare un regolare Servizio Sismico esteso a tutta l'Italia e la creazione di osservatori di primo e secondo ordine da aggiungere a quelli giá esistenti vennero inserite nel Reale Decreto del 1883.

Nel 1887 la Reale Commissione Geodinamica presieduta dal fisico Pietro Blaserna affidò all'Ufficio Centrale di Meteorologia l'incarico di istituire una Rete Sismica Nazionale.

La proposta di Michele Stefano De Rossi di costituire un Osservatorio permanente a Rocca di Papa venne accolta positivamente: la localitá presentava caratteristiche sismologiche e vulcanologiche idonee trovandosi al centro dell'apparato vulcanico dei Colli Albani.

Tra il 1888-1889 venne edificato dall'Ing. Alessandro Giannantoni l'Osservatorio Geodinamico di Rocca di Papa su progetto di Michele Stefano De Rossi (1886). L'Osservatorio iniziò una regolare attività nel 1890 e il De Rossi venne nominato direttore.

Il nuovo Osservatorio insieme a quelli di Pavia, Catania e Casamicciola costituiva la rete degli osservatori sismici del "primo ordine" istituiti dalla commissione Blaserna come cardini del nascente Servizio Sismico Nazionale e quindi fornito dei migliori sismografi dell'epoca.

Nel 1922 Padre Bernardo Paoloni direttore dell’Osservatorio di Montecassino, dava queste informazioni sull’osservatorio: «..sorge su terreno vulcanico sul labbro del cratere dello spento Vulcano Laziale, e precisamente sulla cima d’una piccola collina sovrastante il paese. Si compone di una grande sala centrale di forma ottagonale, nel cui mezzo si trovano il “pilastro sismico” impiantato sulla lava, ed ai cui lati sono due ampie camere rettangolari; l’una ad uso di laboratorio, l’altra destinata alla biblioteca ed allo studio; attigua al laboratorio v’è l’abitazione dell’assistente e del custode». 

L'Osservatorio faceva capo all'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica (R.D. 3532 del 1876 e 4636 del 1887) e nel 1936 passò in gestione all'Istituto Nazionale di Geofisica.

Nel gennaio 1931 con la collocazione a riposo dell'allora direttore Giovanni Agamennome le osservazioni sismologiche cessarono, poiché, secondo quanto si legge in un comunicato dell'epoca, la località non soddisfaceva più le esigenze della sismometria moderna.

Nell'estate del 1932 la terrazza dell'Osservatorio venne scelta da Marconi per condurre un celebre esperimento di collegamento a mezzo microonde tra questa località e Capo Figari in Sardegna e lo Yacht Elettra. L'esperimento riuscì l'11 agosto 1932.

Nel 1936 l’Osservatorio passò in gestione all'appena nato Istituto Nazionale di Geofisica, con Direttore Antonino Lo Surdo, appoggiato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) quando ne era presidente Guglielmo Marconi.

Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale le attività dell'Istituto subirono un forte rallentamento e nel 1944 la sede di Rocca di Papa venne occupata dalle truppe tedesche. 

Nel 1951 fu riattivato l'Osservatorio ed è ancora funzionante quale punto fondamentale della Rete Sismica e Geodetica nazionale e locale dei “Castelli Romani”.

L'Osservatorio è in campo internazionale conosciuto con la sigla RDP e le sue coordinate geografiche sono:

 latitudine 41° 45' 30" Nord

longitudine 13° 43' 00" Est

altitudine 760 m.

TRASFORMAZIONE

Nel tempo i circa 600 m² di superficie dell'Osservatorio vennero utilizzati come magazzino  e il personale ridotto a poche unitá: la moderna strumentazione infatti, non richiedeva la presenza di personale specializzato.

Una convenzione tra il Comune di Rocca di Papa, che desiderava ridare vita a un bene demaniale con una storia centenaria e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che trovava motivazione e giustificazione a ridare slancio a una struttura che la moderna ricerca aveva alienato,  trasformó l'Osservatorio in museo.

La ristrutturazione, l’adeguamento alla normativa dell’immobile e l’allestimento della parte museale e didattica furono sostenuti oltre che dai due enti, prevalentemente dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma.

 

PERSONAGGI ILLUSTRI

 

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Michele Stefano De Rossi

Michele Stefano De Rossi (Roma 1834 - Rocca di Papa 1898), studiò al Collegio Romano e poi all'Università di Roma, laureandosi in giurisprudenza nel 1858 ma non praticò mai il diritto. Negli anni universitari si dedicò come assistente del più noto fratello Giovanni Battista a ricerche di archeologia cristiana. 

Collaborò insieme al fratello all'elaborazione e alla pubblicazione della Roma sotterranea cristiana (1864), affrontando il complesso problema del rilevamento topografico delle catacombe romane. Si occupò prevalentemente del rilievo delle piante e dei livelli delle catacombe, tentando di calcolarne lo sviluppo superficiale e la lunghezza. Questo calcolo richiedeva la soluzione di problemi topografici per la cui esecuzione ideò e costruì la «macchina iconografica ed ortografica» premiata all'Esposizione Universale di Londra (1862) e a quella di Parigi (1867).
Tra il 1866 e il 1871 si interessò soprattutto di paleontologia con ricerche in numerosi siti della campagna romana e nell'area del Vulcano Laziale. Nel 1871 annuncia il ritrovamento di una moneta (aes grave) all'interno di un deposito vulcanico che lo portarono ad ipotizzare eruzioni recenti del vulcano laziale di Albano che avrebbero sepolto la necropoli.

Nel maggio del 1868 fu nominato professore sostituto di geologia e mineralogia presso la università pontificia, con diritto di successione alla cattedra. Da allora in poi si dedicò allo studio della sismologia e della vulcanologia, imprimendo un impulso decisivo allo sviluppo delle due discipline.

Le osservazioni relative a una scossa di terremoto percepita a giugno del 1868 in diverse località dei Castelli Romani lo portarono ad esporre le sue idee sull'organizzazione di una rete di osservazione, che permettesse la raccolta di dati sull'estensione e sulle modalità di propagazione dei sismi: "I leggeri terremoti passano quasi sempre inavvertiti perché spesso avvengono in ore notturne raramente se ne comunica la notizia, e più raramente cadono sotto l'osservazione dello studioso. Ognuno intende quanto profitterebbe la scienza dal confronto di molti istrumenti sismografici sparsi in tutto il mondo, i quali fedelmente registrassero ogni movimento della crosta terrestre, la intensità, la durata e la direzione del medesimo" [De Rossi, 1868, Il terremoto di Altorf, Siena e Castelgandolfo ai 17 giugno 1868, Gazzetta di Genova, n.160, 8 luglio 1868, p.3].

Nel 1870 padre Timoteo Bertelli iniziò gli esperimenti sui moti sismici con un pendolo composto da un filo di rame lungo 3,30 metri, con alla base un peso di piombo da 10 kg. Partendo da questo modello, Bertelli e De Rossi dopo un lungo scambio epistolare, decisero di lavorare al cosiddetto Strumento standard (tromometro), installandolo nella grotta del villino acquistato dal De Rossi a Rocca di Papa, zona sismicamente attiva a causa della presenza del quiescente Vulcano Laziale.
La passione per sismologia, geologia ed archeologia lo porteranno a dedicarsi alla ricerca di antiche fratture sui monumenti di Roma, per calcolare gli epicentri di terremoti storici. Esaminando le fratture nei monumenti e la giacitura delle colonne rovesciate, notò che esisteva una direzione prevalente nei terremoti romani (nord-ovest sud-est). In pratica, De Rossi avanzò l’ipotesi: “se una fabbrica soffre nello stesso modo, è evidente che viene scossa sempre in una stessa maniera.” [De Rossi, 1879, Meteorologia endogena, fratelli Dumolard, Milano]. L’osservazione delle fratture antiche e recenti sui monumenti romani, portò De Rossi ad enunciare quello che definì: “l’abito sismico” di una città.

L'eruzione vesuviana del maggio 1872, i terremoti laziali del gennaio 1873 e soprattutto quelli del 12 marzo a Camerino e del 29 giugno a Belluno rafforzarono la sua convinzione e lo spinsero a raccogliere tutta una serie di notizie e osservazioni che pubblicò in una nota in cui presentò anche la prima versione di una sua scala delle intensità. I grandi terremoti e eruzioni vulcaniche dunque erano 

Fu nel 1874 che De Rossi, convinto di essere giunto a un livello piuttosto avanzato con le sue osservazioni scientifiche, decise di fondare il Bullettino del Vulcanismo Italiano, una rivista che diresse e curò per oltre un ventennio. Il Bullettino fu la prima vera rivista completamente dedicata alle Scienze della Terra. Tramite il Bullettino, De Rossi realizzò la prima rete nazionale di osservatori geodinamici, che veniva curata da esponenti della borghesia, della nobiltà e del clero. Fino al 1882, la rete rimase totalmente privata, ovvero senza sostegni da parte delle istituzioni del neonato Regno d'Italia.

Il terremoto di Casamicciola del luglio 1883 diede un momentaneo impulso ai suoi programmi di ricerca sismologica. Il 20 dic. 1883 il ministero dell'Agricoltura nominò una commissione per organizzare su vasta scala il servizio di rilevamento endodinamico, che, un anno dopo, proponeva l'istituzione di tre osservatori sismologici: sull'Etna, sui monti laziali e sull'isola d'Ischia. 

Il De Rossi rimase a capo dell'archivio e dell'osservatorio di Rocca di Papa, ma il suo ruolo diveniva sempre più secondario. Le gravi carenze teoriche della sua interpretazione dei fenomeni sismici e vulcanici emergevano con maggiore chiarezza quanto più i geologi professionisti si andavano occupando della questione; le ristrettezze economiche ed una salute sempre più cagionevole ritardarono gravemente la pubblicazione del Bullettino a partire dal 1888.

A partire dai primi anni Novanta il De Rossi si era praticamente ritirato nella villa di Rocca di Papa e scendeva a Roma solo per partecipare alle riunioni della Accademia pontificia dei Nuovi Lincei, di cui era segretario. Molto legato alla Curia romana, rifiutò di aderire all'Accademia dei Lincei, e non perse occasione per ribadire la propria fedeltà al Papato. Ottenne in vita diversi riconoscimenti da accademie e società scientifiche nazionali ed estere. Dal 1866 fu membro della Société géologique de France e dal 1867 della Société d'anthropologie di Parigi, che lo accolse a dispetto della netta prevalenza tra le sue fila di elementi radicali e professanti forme più o meno esplicite di materialismo e di ateismo. Nel 1883 fu nominato membro della Pontificia Commissione di archeologia sacra, e nel 1885 membro del consiglio direttivo della Specola Vaticana.

Adolfo Cancani
Adolfo Cancani

Adolfo Cancani (Roma 1856 - Roma 1904) studiò all'Università di Roma, laureandosi in Fisica. Nel 1880 entrò a far parte dell'osservatorio geodinamico di Rocca di Papa, e, dopo alcuni anni, venne invitato a far parte del Regio Ufficio centrale di meteorologia e geodinamica di Roma, dove ebbe la possibilità di verificare sperimentalmente le teorie che aveva elaborato. Nel 1884 fu per quattro anni allievo assistente nella Scuola pratica dell'Istituto Fisico diretto dal Pietro Blaserna.

Giovanni Agamennone
Guglielmo Marconi
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Antonio Lo Surdo
Antonino Lo Surdo
Scala di Intensità de Rossi-Forel [1883]
Scala di Intensità de Rossi-Forel [1883]

Nel 1874 il De Rossi introduce una nuova scala di intensità nella quale gli effetti prodotti dal terremoto erano classificati in 10 gradi di crescente severità. De Rossi insieme al sismologo svizzero Francois-Alphonse Forel pubblicarono nel 1883, unendo le rispettive scale, una nuova scala di intensità che venne chiamata De Rossi-Forel.

de Rossi, M.S.L., (1883). Programma dell’Osservatorio ed Archivio Centrale Geodinamico presso il R. Comitato Geologico d’Italia. Bollettino del Vulcanismo Italiano, 10, 3-128.

Nel lavoro “I terremoti della Liguria e del Piemonte” [1897] Mercalli espresse una prima critica alla scala De Rossi - Forel: “in Italia, è molto usata dai sismologi una scala sismica proposta dal Prof. De Rossi formata da dieci gradi di intensità sismica ma io pur ritenendo, fondamentalmente, buona e pratica la scala sismica De Rossi-Forel, credo necessario definire meglio con criteri più omogenei e più graduali, i diversi gradi di intensità e rialzare alquanto il valore dei gradi superiore della scala stessa, per rendere meno eterogenei gli intervalli esistenti tra i primi e gli ultimi gradi di essa”.

Scala Mercalli [1902]
scala mercalli

Mercalli, G., (1902). Sulle modificazioni proposte alla scala sismica De Rossi-Forel. Bollettino della Società Sismologica Italiana, 8, 184-191.

Scala MCS [Sieberg, 1923, 1930]

 

Sieberg, A., (1923). Geologische, Physikalische und Angewandte Erdbebenkunde. G. Fischer, Jena.
Sieberg, A., (1930). Geologie der Erdbeben. Handbuch der Geophysik, 2(4), 552-555.